L’ospitalità piemontese nella guida ai locali storici d’Italia

Turismo: nell’edizione 2020 della guida “Locali storici d’Italia” ci sono i luoghi cari a Camillo Cavour e Ernest Hemingway

Templi del cioccolato e della pasticceria, ma anche caffè, hotel, ristoranti e liquorerie. In Piemonte sono 22 i luoghi-icona del gusto e dell’ospitalità inseriti nella 44esima Guida ai “Locali storici d’Italia”, il volume – gratuito e disponibile da lunedì 27 luglio, anche in versione app con geolocalizzazione – che raccoglie 213 locali simbolo del nostro Paese in un’edizione 2020 dedicata mixology.

E proprio a Torino l’arte del miscelare trova interpretazioni in grado di stupire, come la signature del bartender Marco Torre del Ristorante del Cambio, 6 cocktail dedicati ai principali musei della città, fatti con ingredienti del passato per ripercorrere sorseggiandole le epoche delle sale museali, magari seduti al tavolo preferito di Camillo Benso, conte di Cavour. Per chi ama i grandi classici invece, il must è l’Americano del Grand Hotel Sitea, dove nel ’35 si esibì Louis Armstrong, arrivato a portare il jazz nella patria di Verdi e di Rossini. Spostandosi dal capoluogo, l’alchimia nel bicchiere si incrocia al Bar caffè pasticceria Grigolon di Mondovì (Cn) dove è stato inventato il Rakikò, amaro a base di erbe e china che si serve con aggiunta di seltz. Una volta la bottiglia da un litro che lo conteneva riportava in etichetta la filastrocca della vispa Teresa.

Per Enrico Magenes, presidente dell’Associazione Locali storici d’Italia: «La guida è un viaggio nel tempo tra le pietre miliari del turismo culturale nel nostro Paese, un tour tra i pionieri dello stile e del gusto made in Italy che raccontano, concretamente, la nostra storia». Un itinerario da Nord a Sud senza dimenticare ricette segrete e tradizioni di famiglia, ma anche i consueti aneddoti sui personaggi storici e le frequentazioni più famose e curiose, nazionali e internazionali.

È il caso dell’Hotel des Iles Borromées di Stresa (Vb), caro a Hernest Hemingway, che qui aveva trascorso la convalescenza per una ferita di guerra nel 1918, ma anche del Caffè Fiorio di Torino, ritrovo di conservatori irriducibili nel periodo del Risorgimento, che conserva l’eco di riunioni clandestine e tranelli. È qui infatti, che nel 1821 si tentò di convincere l’inserviente dello speziale di corte ad avvelenare Re Carlo Alberto di Savoia, ma è anche qui che è stato inventato il primo gelato ‘da passeggio’ servito nel cono. E sempre in città si trovano anche i più piccoli locali storici del mondo, Al Bicerin (altra tappa prediletta di Cavour) e Mulassano. Questo e molto altro nelle storie dei locali piemontesi iscritti all’Associazione Locali storici, un ente senza scopo di lucro patrocinato dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo. Oltre ad avere almeno 70 anni di storia, alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie segnalati dalla Guida, devono conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), ma anche presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sugli ospiti illustri.

Tra le province piemontesi è Torino la provincia che ne conta il maggior numero (15 di cui 13 soltanto nel capoluogo), seguita da Cuneo (4), Alessandria (2) e Verbania (1).

redazione

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