5 marzo 1945: attacco alla tramvia Torino-Saluzzo

Sono trascorsi 80 anni da quel 5 marzo 1945. Sono ormai scomparsi protagonisti e testimoni, ma “fare memoria” è quasi un dovere. Ed allora eco cosa accadde. Quel giorno, poco dopo le 19, e quindi sul far della sera, un convoglio di 5-6 vagoni della tramvia SATIP (la cosiddetta Belga) della linea Torino-Carignano-Moretta-Saluzzo transitò per Lombriasco diretto al ponte sul Po ed alla successiva fermata a Casalgrasso. L’odierna circonvallazione venne fatta solo nel 1951 e quindi la tramvia attraversava ancora il paese. Sui vagoni c’erano molti operai e lavoratori che tornavano a casa dal luogo di lavoro, da Torino o dai paesi attraversati dalla tramvia. E poi c’era una ventina di soldati germanici con le biciclette, forse delle truppe a terra della Luftwaffe (qui i pareri sono discordi).

Poco prima di entrare in paese (ma un’altra versione parla dell’uscita dal paese) i vagoni passeggeri vennero presi sotto il fuoco di una mitragliatrice maneggiata da un gruppo di partigiani appostati sul bordo destro della strada, in mezzo a dei cespugli.

La dichiarazione di un testimone

Autori dello scontro una squadra di partigiani garibaldini della 105a Brigata Garibaldi arrivata da Castel Rainero (Pancalieri) dove avevano una base provvisoria.

Uno dei partigiani, “Lovis” (Torino 1923 – Vinovo 2011), rilasciò allo scrivente la seguente testimonianza: «Nella squadra che il Comando aveva formato per attaccare la tramvia eravamo una decina. Un gruppetto arrivò a Lombriasco con un “carton” agricolo requisito ad un contadino. Altri due o tre in bicicletta. Scendemmo dal “carton” con tutte le armi che ci eravamo portato appresso. Poldo mise a terra una mitragliatrice ed appena arrivò il convoglio della tramvia prese a colpire i tedeschi che si affacciavano ai finestrini. Io avevo una mitragliatrice canadese con il serbatoio dei colpi in alto. La misi in postazione su di una grossa pietra e sparai sul convoglio. Il convoglio della tramvia non si fermò ai nostri colpi, ma vidi bene che accellerò a tutta forza. Seppi in seguito che si fermò a Polonghera a scaricare dei morti e poi anche alla stazione di Moretta dove scaricò dei feriti».

Nei pochi secondi della sparatoria, furono colpiti a morte due tedeschi e due civili, tutti e quattro deposti in una Cappella di Lombriasco. Visto che il convoglio non si fermò, i cadaveri poterono esser ricuperati, forse perché o caduti dai vagoni, o perché stavano tentando di fuggire e furono colpiti quindi a terra. È assodato che dopo i primi colpi incassati dal convoglio, il macchinista accelerò la motrice e fermò solo a Polonghera, saltando addirittura la fermata di Casalgrasso.

Le ricerche effettuate sull’episodio

Michele Tosca nel suo libro I ribelli siamo noi (Ediz. Chiaromonte) indica i due morti in Luigi Biestra di 46 anni da Torino che transitava in bicicletta per la strada al momento della sparatoria ed Antonio Audisio che si trovava su di uno dei due convogli.

Dall’Archivio Storico del Comune di Polonghera risulta ferita alla gamba una donna di 35 anni e poi risulta ferito al femore un uomo di Faule che venne però scaricato a Polonghera e che dopo 10 giorni morì a Saluzzo. Ancora risulta un altro morto al momento della sparatoria: un uomo di mezza età bracciante agricolo di Polonghera.

A Polonghera vennero scaricati a terra quattro morti: una donna, una bambina, i due uomini registrati nei documenti d’archivio di Polonghera ed ancora una donna ma ferita non gravemente.

A Moretta vennero scaricati dei feriti. Infine a Saluzzo al capolinea vennero scaricati altri morti (forse deceduti nel viaggio) e dei feriti.

Ancora va citata la bella tesi di laurea di Susanna Smeriglio, Università di Torino AA 1990/91: “Alcuni tedeschi erano saliti sulla motrice a tetti Bagnolo e presero a sparare ai partigiani. Nonostante i morti e feriti, i tedeschi costrinsero il macchinista a saltare la stazione di Lombriasco e tirare dritto a tutta velocità fino a Polonghera. Tra i morti una donna di 40 anni di Carignano, un bimbo di pochi mesi morto soffocato nel grembo della madre, un soldato tedesco”. E quindi l’attacco, secondo questo ricerca, dovrebbe esser avvenuto tra il Campagnino e l’entrata in Lombriasco.

Ed infine vanno citate ancora due belle ed interessanti testimonianze: la succinta ed appassionata, ma sicuramente verosimile, cronaca dell’episodio nel libro a stampa (Ideal Grafica Senestro) del teologo Caccia Appunti di Storia lombriaschese e la pubblicazione del prof. Assom di Villastellone, Donne nella bufera (Ediz. Arciere).

Un altro attacco alla tramvia

Il precedente mese di febbraio, il giorno 12, c’era già stato un analogo episodio. Con delle bombe a mano un gruppo di partigiani attaccò un convoglio tramviario a Campagnino frazione di Carignano dove c’era un fermata. Ci furono 2 morti e forse 3 feriti.

redazione

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