Vertenza Mahle, accordo per cessione stabilimenti di Saluzzo e La Loggia

Svolta positiva per la vertenza Mahle: siglato ieri sera l’accoro per la cessione degli stabilimenti piemontesi con la ricollocazione di 272 lavoratori in due anni

Siglata ieri sera l’intesa quadro con la IMR Group, azienda lombarda attiva nel settore automotive. Prevista la ricollocazione di 272 lavoratori nell’arco di due anni. La chiusura formale dell’operazione è programmata per ottobre. Ora inizierà il confronto con i sindacati.

Il presidente Cirio: «Mai alzato i toni perché sapevamo di avere buone possibilità, con concretezza e costanza abbiamo raggiunto un risultato importante». L’assessore Chiorino: «Grande soddisfazione, segno che il Piemonte dell’auto è ancora attrattivo. Seguiremo la vicenda con la massima attenzione. Questa vertenza dimostra quello che sostengo da tempo: la ripresa e lo sviluppo della nostra economia non sono chimere o sogni, ma obiettivi realmente perseguibili».

Importante raggio di luce sulla vertenza Mahle: è stato infatti siglato in serata l’accordo quadro per la cessione degli impianti di Saluzzo e La Loggia fra Mahle e IMR Group, azienda già presente in Piemonte con uno stabilimento a Mondovì, con un fatturato di 330 milioni di euro e circa 2200 dipendenti.

L’annuncio è stato dato nel corso di un incontro in assessorato regionale al Lavoro, a Torino, al quale erano presenti i rappresentanti delle due aziende (Mahle e IMR Group), i rappresentanti sindacali, i funzionari regionali, quelli del Mise e Confindustria Cuneo.

L’azienda IMR, che ha sede a Carate Brianza, in Lombardia, è attiva nel 2009 nel settore della gommaplastica con clienti del calibro di Fca, Volvo, Maserati, Ferrari, Bentley, Psa e Lamborghini.

Ora, dopo una lunga trattativa che ha portato alla firma di questa sera, inizierà la fase del dialogo con i sindacati per quanto riguarda la fase di reindustrializzazione e di mantenimento occupazionale.

Ad oggi i dipendenti Mahle sono 349 (a ottobre 2019 erano 453) di cui 25 resteranno in carico all’azienda tedesca e si occuperanno di marketing nel mercato italiano.

Per altre 50 persone è previsto il ricorso alla mobilità volontaria.

Per la reindustrializzazione IMR chiederà una Cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione di 24 mesi in cui, parallelamente alla reindustrializzazione, verrà effettuata un’opera di formazione del personale che dovrà apprendere le nuove mansioni. L’obiettivo dichiarato è quello, sempre nei due anni, di occupare circa 272 unità.

La cessione formale degli stabilimenti è prevista entro metà ottobre. Per completare l’operazione verrà costituita una newco che apparterrà al 100% alla holding che controlla la stessa IMR.

«Fin dal primo giorno ho seguito il caso della Mahle con costanza, concretezza e senza mai alzare i toni perché sapevamo di avere buone possibilità di risolvere la situazione – commenta il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Sono felice per questa notizia che dà nuovamente fiducia per il loro futuro a centinaia di lavoratori e desidero ringraziare l’assessore Chiorino per l’impegno e la determinazione con cui ha portato avanti per mesi questa lunga trattativa».

«Sono estremamente soddisfatta – aggiunge l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorinodel fatto che, dopo tanto lavoro, sia stata individuata una soluzione positiva che interesserà gran parte dei lavoratori della Mahle. Una soluzione resa possibile grazie all’intervento della IMR – solida azienda già presente sul territorio piemontese – che rappresenta un segnale molto positivo ed evidenzia che, nonostante il momento che stiamo vivendo, esistono ancora realtà che intendono investire e credere nel nostro territorio per ricostruirne il tessuto economico. Questa operazione dimostra anche un altro aspetto fondamentale, che noi sosteniamo dal primo giorno: il Piemonte è ancora attrattivo. Fatto che ci spinge a lavorare con ancora più determinazione, seguendo con la massima attenzione l’evolversi di questa vicenda e offrendo la nostra massima disponibilità per i futuri passaggi. Questa operazione rappresenta certamente un segnale forte che ci suggerisce come la ripresa e lo sviluppo della nostra economia non siano chimere o sogni, ma obiettivi realmente perseguibili».

redazione

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