Lo Stabat Mater di Jenkins chiude Suoni dalle Terre del Monviso

Saluzzo. Sabato 25 novembre si chiude la straordinaria e ricca stagione 2023 di Suoni dalle Terre del Monviso. La rassegna, che prese inizio il 4 giugno, giunge al suo epilogo e lo fa offrendo un concerto di, sicura, rara emozione.

Alle ore 21 la Chiesa Cattedrale di Saluzzo ospiterà, infatti, l’esecuzione dello Stabat Mater di Karl Jenkins. Sul palco i padroni di casa dei Polifonici del Marchesato, registi del festival Suoni dal Monviso. Con loro il coro Musicanova di Savigliano (diretto da Rinaldo Tallone) e accompagnati dall’Orchestra Bruni della Città di Cuneo. Le voci soliste sono affidate a Daniela Quaglia (soprano) ed Elisa Di Dio (contralto), con la suggestiva parte affidata al duduk, interpretata da Franco Olivero. Sul podio il M° Enrico Miolano.

120 artisti sul palco per un concerto maestoso, denso di significati profondi e straordinariamente attuali. L’atmosfera di tutta la composizione è intensa, caratterizzata da una continua, esasperante, esplorazione della sofferenza umana.

«Vogliamo offrire al nostro pubblico quest’opera-oratorio come una forma di meditazione in musica – ha detto il direttore artistico Enrico Miolano – Il momento storico che stiamo vivendo è caratterizzato dalle guerre che insanguinano molte parti del mondo, dall’Ucraina al Medio Oriente.

Civiltà, religioni e culture sono in conflitto, ma sono accomunate dalle stesse sofferenze e dalla stessa continua ricerca di consolazione, ognuna nel proprio Dio. Abbiamo voluto unirle in questa composizione, scritta appositamente in tante lingue (greco, arabo, ebraico, aramaico, inglese), per affermare che la musica può abbattere tutte le barriere e unire».

Non una semplice conclusione di stagione: «Nella scelta di questo concerto – ha detto il presidente dei Polifonici del Marchesato, Alex Balangero – intendiamo portare il nostro contributo, nella convinzione che la musica riesca a toccare corde e coinvolgere sensibilità che le parole non sempre riescono a raggiungere».

Anche la scelta del luogo non è casuale e non vuole solo dare seguito a una consuetudine consolidata: la Chiesa Cattedrale è, infatti, da sempre, il luogo dei saluzzesi, non solo di fede, ma anche istituzionale e di identità. La sede perfetta, dunque, per interpretare e comunicare il messaggio di questo significativo concerto, organizzato in stretta collaborazione con il Comune di Saluzzo, la Fondazione Bertoni e la Diocesi di Saluzzo. L’ingresso è libero.

Nel corso della serata avverrà la consegna, ai responsabili dell’Associazione L’Airone di Manta, di quanto raccolto in occasione degli eventi estivi di Suoni dal Monviso.

Per maggiori informazioni: www.suonidalmonviso.it; tel. 349 3282223;
349 3362980; e-mail: info@suonidalmonviso.it

 Il concerto verrà replicato domenica 26 novembre (sempre alle ore 21), nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Cherasco.

Lo “Stabat Mater”

Lo “Stabat Mater” è una preghiera cattolica del XIII secolo ed è attribuita tradizionalmente a Jacopone da Todi. La prima parte della preghiera inizia con le parole “Stabat Mater dolorosa” (La Madre addolorata stava…). E’ una meditazione sulle sofferenze di Maria, madre di Gesù, durante la crocifissione e la Passione di Cristo.

La seconda parte della preghiera inizia con le parole “Eia, mater, fons amoris” (Oh, Madre, fonte d’amore). E’ una invocazione in cui l’orante chiede a Maria di farlo partecipe del dolore provato da Maria stessa e da Gesù durante la crocifissione e la Passione.

Per la sua grande popolarità ed umanità, questa preghiera è stata posta in musica da molti compositori. Citiamo ad esempio Haydn, Dvorak, Vivaldi, Rossini, Pergolesi, Gounod, Penderecki, Poulenc, Szymanowski, Alessandro e Domenico Scarlatti, Verdi.

Karl Jenkins, oltre al testo liturgico in latino, ha aggiunto altri sei testi sacri, esulando in tal modo da quello classico originale.

redazione

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