Massimo Temporelli ha portato in San Filippo quei “F***ti geni”

Dopo due settimane di assenza (per le festività del 2 giugno e Letti di Notte), sono ripresi gli incontri letterari del Mercoledì organizzati dal Gruppo di Lettura Carmagnola che hanno presentato, causa meteo forzatamente nella chiesa di San Filippo, il defibrillatore culturale milanese, come lui stesso ama definirsi, Massimo Temporelli.

Un po’ li si ama, e un po’ li si invidia. Non c’è nulla da fare. Perché la genialità fa questo effetto. Si ammirano i geni per ciò che hanno saputo fare, ma c’è quell’invidia latente per non essere stati capaci noi stessi a raggiungere tali risultati. È quanto ha premesso Massimo Temporelli, defibrillatore culturale (come lui stesso ama definirsi), della provincia novarese di nascita e ormai milanese di adozione. L’occasione è presentare il suo libro “F***ing genius”, che porta su carta i contenuti del fortunato podcast curato dallo stesso Temporelli.

In una serata con la pioggia incombente (e pure la partita dell’Italia agli Europei di calcio) è stato giocoforza abbandonare l’arioso cortile del municipio per la più austera, ma sempre di grande impatto scenico, chiesa di San Filippo che ha accolto quasi un centinaio di ascoltatori, con una buona presenza di allievi del Liceo Classico Baldessano-Roccati cui è toccato il compito di dialogare con l’autore.

Che ha subito chiarito il significato della definizione di “defibrillatore culturale” che preferisce a quella vecchio stampo e decisamente superata di “divulgatore culturale”; perché come il defibrillatore dà una scossa per far ripartire il cuore atrofizzato, il compito di Massimo Temporelli è quello di scuotere le menti di chi assiste ai suoi incontri. E per far ciò non usa mezzi termini, ed era facile immaginarlo anche dal titolo del suo podcast nonché libro, che apostrofa in quel modo i geni di tutte le epoche e ce li presenta attivi, dinamici, curiosi, capaci di prendersi dei rischi per portare avanti le proprie idee. Soprattutto giovani perché la caratteristica comune dei geni descritti da Temporelli (una selezione di quelli che mensilmente propone nel suo podcast) è di aver concretizzato la loro intuizione attorno ai venticinque anni di età “Ho preparato una tabella in cui mettevo data dell’invenzione o della scoperta a fianco di quella di nascita dello scienziato. Ne è venuta fuori una media di venticinque anni di età, con l’unica eccezione di Charles Darwin, che ha divulgato la sua teoria dell’evoluzione della specie a 42 anni. Usciva dallo schema. Poi ho analizzato la biografia dello scienziato inglese e ho visto che a 27 anni aveva già chiara la teoria nei minimi particolari. Ma affermare che gli essere umani discendono dalle scimmie era molto pericoloso nell’Inghilterra del XIX Secolo e Darwin ha prudentemente tenuto nel cassetto i suoi studi per almeno una quindicina di anni” racconta Temporelli.

E l’esempio di Darwin diventa particolarmente calzante per dimostrare come una cultura che si affossa sul suo passato è destinata a soccombere; non avendo il coraggio di proporre nuove idee, giuste o sbagliate che siano, di prendersi il rischio di fallire sapendo che si avrà la forza di ricominciare, ma soprattutto non ha la forza di portare avanti un proprio progetto. È ciò che fa dell’Europa, la “Vecchia Europa” sottolinea Temporelli, un mondo che non riesce più a inseguire gli Stati Uniti, la Silicon Valley, un vero crogiuolo di idee e innovazioni che fioriscono ogni giorno, magari dietro la serranda del garage sotto casa. “Noi italiani in particolare, ci crogioliamo su presunti per l’aver dato i natali a Leonardo e Galilei, più recentemente a Rita Levi di Montalcini e la Montessori, ma ora non abbiamo più la capacità di emergere, il coraggio per sperimentare, innovare e ricercare”.

Trovandosi di fronte a una platea costituita in gran parte da giovani, Temporelliha sguainato la spada”, per usare una sua metafora, con una provocazione che sicuramente ha fatto riflettere. “Le mie due figlie hanno davanti a loro due strade: andarsene dall’Italia, per sperimentare, crescere, studiare, inseguire sogni. Oppure adagiarsi e accettare un posto di telefonista a 600 €  al mese in un call center, quasi sicuramente di proprietà di un’azienda cinese”. E sulla necessità di sguainare la spada è stato categorico: “Bisogna crederci, avere un elevato tasso di autodeterminazione per portare avanti la propria idea e la propria ambizione. Da far crescere passo passo, ma con costanza e continuità”.

Temporelli ha poi parlato della genialità al femminile nel corso dei secoli. “Per il mio podcast mi sforzo di proporre almeno una donna ogni tre o quattro uomini. Una ricerca difficilissima perché le donne per millenni non hanno avuto voce in capitolo e solo dal Settecento hanno avuto la possibilità, in quote molto minime, di imparare a leggere e scrivere, studiare e infine laurearsi, conquistando posizioni sempre più importanti nel pianeta genialità”. Nel libro non poteva mancare un capitolo dedicato alla francese Marie Curie (nata Maria Salomea Sklodowska, Curie è il cognome del marito) che per portare avanti le sue ricerche doveva entrare da clandestina nel laboratorio del marito, perché alle donne non era concesso. E stiamo parlando di inizio Novecento. Temporelli tratteggia la figura di un’altra donna che forse non era geniale ma sicuramente determinata e coraggiosa: Bertha Benz. A lei si deve la trasformazione dell’automobile da concetto teorico e astratto a mezzo di locomozione che avrebbe conquistato le strade del mondo. E lo fece con un gesto molto semplice, prendendo a prestito il veicolo su cui stava lavorando suo marito e andò con i figli a far visita ai suoi genitori. Nell’agosto del 1888 guidò la Benz Patent Motoragen da Mannheim a Pforzheim, fermandosi nelle farmacie per rifornirsi di alcol per far viaggiare la vettura. E in quella data gli storici dell’auto fanno risalire la nascita dell’automobile come mezzo di locomozione.

Affascinante, probabilmente geniale, Massimo Temporelli ha saputo tenere l’uditorio concentrato per il tempo dell’incontro e stimolare gli studenti liceali a fare domande, a chiedere, a indagare. Ai più è rimasto il libro, che se si superano quei fatidici venticinque anni rappresenta una piacevole e interessante lettura. Se invece se si è sotto quell’ età il libro deve essere uno strumento di riflessione per andare alla ricerca di quel coraggio e autodeterminazione per sguainare la spada e difendere l’idea che si ha in testa. Chissà che nel prossimo secolo un lettore del libro di Temporelli non entri poi in una nuova galleria di “F***i geni”?  

Nei prossimi appuntamenti saliranno sul palcoscenico del cortile del Castello (Via Silvio Pellico):
Mercoledì 23 giugno – Fabio Cantelli Anibaldi – Sanpa, madre amorosa e crudele

Mercoledì 30 giugno – Andrea Colamedici e Maura Gancitano – Prendila con filosofia (manuale di fioritura personale

Mercoledì 7 luglio – Enrico Brizzi – La primavera perfetta

Mercoledì 14 luglio – Michele Riefoli – Rivoluzione integrale

Mercoledì 21 luglio – Filippo Nassetti – Molte aquile ho visto in volo

Mercoledì 28 luglio – Andrea Panciroli – 2K10, l’anno zero dei social

Per informazione e prenotazione dei posti a sedere: 392 593 8504  

redazione

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