Tempo di finali per Gianpaolo Carbone, classe 2006, originario di Scalenghe e studente del Liceo Classico Porporato di Pinerolo, che ha preso parte al Premio Chiara Giovani 2025, una sezione del famoso Premio letterario “Piero Chiara” riservata a concorrenti italiani e svizzeri tra i 15 e i 20 anni d’età.
Il premio Piero Chiara è stato fondato nel 1989 ed è un noto concorso italiano dedicato al racconto.
Per l’edizione di quest’anno, i partecipanti dovevano cimentarsi nella scrittura di un racconto breve dalla traccia “Luogo”. La partecipazione ha visto 221 racconti accettati. La Giuria tecnica, presieduta da Veronica Raimo, scrittrice e vincitrice del Premio Chiara 2024, e composta da docenti, ispettori, dirigenti e giornalisti, come Fiorenzo Ferrari, Andrea Bianchetti, Cristina Boracchi, Davide Circello, Salvatore Consolo e Alessandro Guglielmi, ha selezionato 25 finalisti, compreso Gianpaolo Carbone.
Il suo racconto s’intitola “Dulce bellum inexpertis”. Stiamo parlando di un racconto immaginario in forma epistolare di un soldato italiano della Prima guerra mondiale, che, partito entusiasta verso il Carso, sperimentando le sciagure delle trincee, assurte a luogo simbolo di disumanità e tribolazione, prende progressivamente coscienza degli orrori della guerra, prima di tentare un’impossibile fuga che lo condanna a morte.
Tutti i racconti finalisti sono raccolti in un volume pubblicato a cura dell’Associazione Amici di Piero Chiara. Il libro sarà disponibile nelle migliori librerie del Varesotto e del Canton Ticino, oltre che agli eventi autunnali del Festival del Racconto 2025 e per i soci Amici di Piero Chiara.
I finalisti saranno ospiti del Premio all’evento che si terrà il 21 settembre alle 16, presso la Sala Montanari in Varese. La premiazione finale, dove verranno rivelati i vincitori e gli assegnatari dei premi, si svolgerà domenica 19 ottobre alle 17 presso le Ville Ponti in Varese, in concomitanza con la finale del Premio Chiara “maggiore”.
La presidente di Giuria del Premio Chiara Giovani, Veronica Raimo, ha così commentato: “Quello che mi auguro per i ragazzi e le ragazze di oggi, per i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato a questa raccolta, è che dai luoghi tornino a riconsiderare lo spazio, a non chiudersi nelle loro camerette o in luoghi interiori, ma che riorganizzino una collettività politica dove al centro ci sia un nuovo spazio da costruire, uno spazio pubblico, dialettico, vivo, sconfinato e imprevedibile. E nello stesso modo, mi auguro che non vedano i libri come luoghi di evasione o luoghi in cui rintanarsi, ma come uno spazio incerto, complicato, dove perdersi e dove perdere le proprie certezze. Cioè, in definitiva, il contrario della sicurezza. Uno spazio mutevole e non per forza consolatorio. La consolazione è una brutta bestia, anche quando ha le sembianze di una bestiola carina, anzi soprattutto perché spesso ha le sembianze di una bestiola carina. Ecco, vorrei che i ragazzi e le ragazze di questa raccolta guardassero negli occhi quella bestiola e le dicessero: ‘Sì, sei carina, però non mi freghi!'”