Giorno del ricordo. Nicco: «Una ferita inferta all’Italia intera”

«È stata una ferita inferta a tutto il popolo italiano, di cui, però, solo alcune popolazioni ne hanno subito le drammatiche conseguenze pagando un prezzo fatto di violenze e morti. Tra l’altro senza neanche la riconoscenza della nostra nazione». Lo ha dichiarato ieri il presidente del Consiglio regionale Davide Nicco in occasione del Giorno del Ricordo, a margine della commemorazione presso il monumento dedicato alle vittime delle foibe e dell’esodo degli istriani, Fiumani e Dalmati al Cimitero monumentale di Torino.

«È nostro dovere – ha sottolineato Nicco – ricordare quelle tragiche vicende. Per molti anni sono state ignorate e hanno fatto scendere il silenzio sugli orrori di cui furono vittima tante donne e uomini, giovani ed adulti. Assassinati nelle foibe del Carso triestino, nella Risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza, tra il 1943 e il 1945, circa 5mila secondo molti storici, a cui vanno aggiunti i morti nei campi di prigionia. E poi anche gli esuli. Più di 250 mila italiani che dopo la fine della guerra furono costretti ad abbandonare le loro case e le terre dove erano nati e cresciuti, per sfuggire al feroce disegno politico di Tito. Dopo la Liberazione, mentre in tutta Italia si guardava al futuro con speranza, tra le Alpi e le coste giuliano-dalmate gli italiani continuavano a morire. Fra atrocità indicibili».

L’impegno nella diffusione della conoscenza storica con il Giorno del Ricordo

Il Consiglio regionale del Piemonte rinnova il proprio impegno nella diffusione della conoscenza storica di questi eventi, in particolare tra le giovani generazioni.

«A tutti coloro che hanno sofferto, alle famiglie spezzate, agli esuli costretti a ricominciare lontano dalla loro terra, va oggi il nostro pensiero e il nostro rispetto. E’ stata una delle pagine più dolorose della nostra storia», ha concluso il presidente Nicco.

redazione

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