Funghi al via la stagione della raccolta!

La stagione dei funghi è alle porte e, comunicazione quanto mai importante per i cercatori occasionali, è ricordare che non tutti i funghi sono commestibili. Occorre porre molta attenzione a quello che si raccoglie e, prima di cucinarlo è necessario mettere in atto alcuni accorgimenti preziosi per la propria incolumità.

Ne abbiamo parlato con l’esperto micologo Marino Balma dell’Asl TO5 “I funghi che più spesso mi capita di esaminare? Quelli che tipicamente sono raccolti dai piemontesi: porcini, crave, garitole, mazze di tamburo, pinaioli, prataioli e qualche reale”.

Come tutti gli anni, il servizio micologico è a disposizione dei cittadini che intendono far esaminare il proprio “raccolto”. Da giovedì 1 settembre e fino al 14 novembre (con i suoi 3 colleghi) effettuerà, gratuitamente, per i privati il controllo sulla commestibilità dei funghi. Per i commercianti il controllo costa 1 euro a cassetta. Questi gli orari e le sedi: lunedì a Chieri in via San Domenico 21 (ore 14,30-15,30, tel. 011-94293655); giovedì a Carmagnola in via Ferrero 24 (ore 9-10, tel. 011-9719447); a Nichelino in via San Francesco il lunedì (ore 11-12) e mercoledì (ore 14-15), tel. 011-6806837 cui si può anche rivolgere durante tutta la settimana per concordare controlli in giorni o orari differenti da quelli elencati (allo stesso scopo si può anche usare l’email sian@aslto5.piemonte.it).

Il dottor Balma ha conseguito nel 1997 l’attestato di micologo ed è iscritto nel Registro nazionale dei micologi fornisce qualche dato interessante: “In media, nella nostra Asl, ogni anno si rivolgono a noi circa 300 persone. Un numero in leggera crescita, anche perché chi sperimenta il servizio poi ritorna”

Dato il numero limitato delle specie più raccolte, imbattersi in funghi velenosi è relativamente raro: “Se mi portano un cestino in cui tra gli altri funghi c’è anche una Amanita phalloides, mortale, per prudenza trattengo tutto il cestino. Se invece tra quelli buoni c’è anche un fungo tossico ma non mortale, oppure di dubbia commestibilità, valuto di volta in volta. Per favorire il controllo è consigliabile raccogliere solo esemplari interi, sani e possibilmente giovani”.

Sul sito dell’Asl To5 si trova anche il pieghevole “Attenzione ai funghi”, con i consigli per la raccolta: il testo è disponibile anche in inglese, francese, spagnolo, rumeno, albanese, arabo, russo, macedone e bulgaro (traduzione a cura della Regione Piemonte). Una volta l’anno, inoltre, il dott. Balma tiene una conferenza sul tema dei funghi commestibili e relativi sosia velenosi: quella di quest’anno si svolgerà il 15 settembre a Piobesi Torinese Via XXV Aprile 6 presso i locali del Centro Incontri alle ore 21 con ingresso libero.

Per raccogliere i funghi bisogna pagare il “tesserino”, che vale per tutto il territorio regionale e può avere durata giornaliera, settimanale, annuale, biennale o triennale: il versamento si può anche effettuare a favore degli enti parco regionali, come quello del Po e Collina torinese, che useranno le somme incassate per interventi di salvaguardia dei boschi e vigilanza. Non è invece più consentito il versamento a favore di singoli Comuni, né occorre applicare la marca da bollo sulla ricevuta.

Sul sito www.parchipocollina.to.it è pubblicato il dettaglio per i versamenti: quelli annuali si possono effettuare anche nelle filiali UniCredit, e costano 30 euro l’anno. A chi fa un versamento almeno biennale il Parco regala un coltello per la raccolta dei funghi e un vademecum di consigli. Le autorizzazioni giornaliere (5 euro) o settimanali (10 euro) si comperano, nel Chierese, a Baldissero (Alimentari De Giorgis, via Superga 56), Pecetto (Da Guido Alimentari, via Umberto 44) e Pino Torinese (La Bottega della Valle, via Tetti Civera 8). Non occorre “tesserino” per raccogliere famigliole, prataioli, mazze di tamburo.

Infine qualche notizia per i cercatori esperti. Come si presenta la stagione di raccolta? “Se a settembre pioverà sarà molto buona, in assenza di piogge la terra inizierà a raffreddarsi e la stagione salterà – risponde Balma -. Da anni incide negativamente anche l’abbandono dei boschi: un sottobosco “sporco” ostacola la crescita dei funghi”.

 

Chieri, 24 agosto 2016

Ufficio stampa – Claudio Risso – 335/6817209 – risso.claudio@aslto5.piemonte.it

redazione

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