Ludoteche, da Carmagnola una richiesta di aiuto per il settore

Sostegno al settore delle ludoteche pesantemente danneggiato dal Coronavirus: è nato da poco un gruppo nazionale che lo rappresenta

Anche alcuni carmagnolesi, tra cui l’attivissima Catrin Bianco, fanno parte del gruppo neonato sia a livello regionale che nazionale per sostenere i parchi giochi e le ludoteche in questo momento critico per tutti i settori.

Lo stop delle ludoteche

Come spiegano alcuni referenti, l’emergenza Coronavirus non ha risparmiato neppure le ludoteche che hanno dovuto fermare le proprie attività e non solo per un breve periodo. Le ludoteche sono state infatti tra le prime a dover chiudere i battenti e molto probabilmente dovranno ancora attendere molto prima della possibile riapertura, anche solo parziale e sicuramente con molte differenze e restrizioni.

Il gruppo, sia a livello regionale che nazionale, ha inviato delle lettere con delle richieste agli enti governativi. Una lettera è stata inviata al ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, mentre altre lettere sono state inviate ai comuni ed alla Regione Piemonte.

In tutte le lettere le richieste e le proposte principali sono pressoché le stesse: “Sosteneteci ed incentivateci per non perdere questo settore, già martoriato!”.

La lettera alla Regione Piemonte

Nella lettera inviata alla nostra Regione si legge infatti: “Il nostro settore non vanta numeri esponenziali di occupati, ma di certo rappresenta tante realtà che negli ultimi anni sono diventate parte integrante del settore divertimento e servizi per l’Infanzia. Sicuramente queste strutture sono da considerarsi un valore aggiunto per i comuni in cui sono ubicate. La tendenza, sempre in aumento, di usufruire dei nostri servizi, interessa annualmente migliaia di utenti” – E continuano spiegando le difficoltà che stanno vivendo: “Rientriamo purtroppo in quella categoria d’imprese che, per indiscutibili ragioni di sicurezza sanitaria, ha dovuto affrontare una chiusura totale già a partire dai primi giorni dell’emergenza Covid-19. Ad oggi non esiste una normativa specifica che possa tutelare la nostra categoria, quindi, pur avendo subito di riflesso l’arresto dell’attività, rischiamo di non riprendere l’erogazione dei nostri servizi.

Questo provocherebbe, oltre che una grave perdita economica per migliaia di operatori del settore, anche una grave carenza di servizi per migliaia di famiglie, che ormai da anni si appoggiano alle nostre strutture per i più svariati servizi”.

Le proposte per sostenere i servizi per l’infanzia

Le proposte che il gruppo chiede che vengano ascoltate ed eventualmente accolte sono principalmente quelle di ricevere degli aiuti concreti per sostenere il pagamento degli affitti, la sospensione per tutto il periodo di chiusura, con successiva rateizzazione, delle incombenze fiscali e delle utenze, la possibilità di usufruire, senza limitazioni, della cassa integrazione per i dipendenti.

Tra le richieste si legge inoltre: “Per i proprietari che non possono richiedere allo stato il contributo mensile di sostentamento alle partite IVA perché inquadrati fisicamente con modalità diverse da quella richiesta dal Decreto, un rimborso degli acconti restituiti ai Clienti per annullamento degli eventi in programma, la sospensione fino a data da definirsi dei mutui/finanziamenti contratti dalle aziende del settore, la riduzione dell’importo e posticipo di 6 mesi dalla data di riapertura della TARI e delle varie imposte comunali , la riduzione dell’importo annuale di SIAE, SCF, assicurazioni, contratti di manutenzione e vari in ragione del periodo di chiusura obbligata, la possibilità di accesso a fondi di garanzia e/o solidarietà per la necessaria liquidità atta a sostenere i prossimi mesi di ripresa e una maggior chiarezza e tutela a livello legislativo per il nostro settore, in quanto, anche negli ultimi decreti emanati, non siamo specificati tra le realtà nominate ma, nell’incertezza di interpretazione, siamo stati colpiti da un’ordinanza di chiusura totale che permane dal 24 febbraio e mette a rischio l’intero sistema e la tranquillità economica delle famiglie e società coinvolte direttamente dal punto di vista lavorativo”.

Ivan Quattrocchio

redazione

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