Un carrello per soccorrere il neonato critico al Santa Croce

“Non tagliate quel cordone”. Donazione di Natale dell’associazione “Amici della Neonatologia”

Nascere e nascere bene sono due accadimenti che spesso coincidono, talvolta no. Nascere bene non è una cosa scontata. Infatti, talvolta fin da subito possono presentarsi alcuni problemi che necessitano dell’intervento precoce e professionale del personale sanitario.

Negli ultimi anni, si è pensato che lasciare il neonato in sala parto ancora attaccato, tramite il cordone ombelicale, alla sua mamma subito dopo la nascita rendesse possibile una gestione più adeguata e sicura sia per il neonato che per la mamma.

Si è pensato inoltre che rispettare la fisiologia della nascita in tutto e per tutto potesse essere utile per tutte le condizioni, a maggior ragione in quelle critiche.

Per questa gestione, la Neonatologia del Santa Croce di Moncalieri con l’Ostetricia e Ginecologia afferente ha adottato un carrello di rianimazione speciale. È il frutto di una donazione dell’associazione “Amici della Neonatologia”, che permette di mantenere il neonato accanto alla mamma dalla nascita fino alla risoluzione dei problemi.

«Solo poco tempo fa – spiega il dott. Mauro Vivalda, Direttore della Struttura complessa Pediatria-TIN dell’Ospedale Santa Croce – il cordone ombelicale veniva tagliato e il piccolo portato in quello che si poteva ritenere un luogo sicuro per i primi accertamenti di salute. Adesso invece si tratta di assistere i piccoli alla nascita lasciando integro il cordone ombelicale: questo è fondamentale perché la mamma sta ancora aiutando il neonato anche dopo che è uscito dal suo grembo e noi se vogliamo intervenire adeguatamente dobbiamo tenere conto di questo». 

La procedura di tagliare il cordone ombelicale immediatamente alla nascita è entrata in uso nel ‘700. Contro questa pratica si sono alzate voci importanti come quella di Erasmus Darwin, nonno del più famoso Charles, ma senza esito: a volte le cattive pratiche in medicina si implementano più in fretta delle buone e sono più difficili da eradicare. 

Sta di fatto che nel ‘900 la medicina ha iniziato a rivedere i benefici del non clampare immediatamente il funicolo ombelicale, ma solo a inizio anni 2000 le società scientifiche hanno dato indicazione a questo tipo di assistenza. 

«Fortunatamente le attuali linee guida ILCOR consigliano l’assistenza del neonato nei primi minuti a cordone integro – prosegue Vivalda -. A cordone integro vuol dire vicino alla mamma che continua ad aiutare il suo piccolo. Il cordone collega il feto prima e il neonato poi alla placenta nel corpo della mamma. A questo punto il problema è diventato quello di avere un supporto tecnologico adatto a fornire l’assistenza idonea ad un neonato che abbia ancora il cordone integro. Il problema è fondamentalmente quello di operare a breve distanza dalla mamma. Un carrello come quello che ci è stato donato rappresenta una buona soluzione. Siamo gli unici in Piemonte ad averla e tra i pochi in Italia.»

«E’ nostra esperienza quotidiana e contraddistingue il nostro operato da tempo accompagnare e supportare le famiglie fin dai primi momenti – racconta il personale della Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia del Santa Croce -. Alla nascita mamma e papà incontrano un individuo nuovo, immaginato e desiderato e che impareranno ora dopo ora a conoscere sempre di più nelle sue esigenze e nei suoi gesti di amore. Nascere è un evento emozionante anche per chi non è il protagonista principale ma assiste e aiuta, come noi medici e infermieri, che spesso e per fortuna, siamo semplici spettatori. Per chi viene al mondo non esiste niente di meglio delle braccia della propria mamma e del proprio papà. Braccia che spesso hanno aspettato 40 settimane, alcune volte poco di più, altre volte poco di meno, altre ancora molto meno. Talora, però, le prime braccia che un neonato incontra devono essere le nostre, abili, professionali e possibilmente anche attente, rispettose per far sì che siano presto mamma e papà a potersi prendere cura del loro piccolo. Sappiamo quanto, in caso di necessità di manovre rianimatorie, il distacco precoce di un neonato dopo travaglio e parto sia doloroso per un neo genitore. La rianimazione negli anni è cambiata, la neonatologia si è aggiornata e oggi si sottolinea sempre di più l’importanza del rispetto della fisiologia del momento nascita e, nei casi in cui questo non è attuabile, il cercare di avvicinarcisi il più possibile.»

«Una percentuale variabile, tra il 5 e il 10%, di neonati ha bisogno di una qualche forma di aiuto per la transizione dalla vita intra-uterina a quella extra-uterina – riprende Mauro Vivalda -. Questo aiuto si traduce, nella maggior parte dei casi, nell’attuazione dei primi passi della rianimazione neonatale (asciugatura, stimolazione tattile, aspirazione prime vie aeree). In una percentuale minore, invece, è necessario andare oltre con il supporto (ventilazione, intubazione, massaggio cardiaco). Pertanto in alcuni casi c’è un elevato rischio di non rispettare importanti passaggi fisiologici con le conseguenze che questo comporta».

Se il clampaggio del cordone ombelicale avviene precocemente, ovvero quando le resistenze polmonari del neonato sono ancora elevate e, quindi, la gittata cardiaca è ancora dipendente dalla portata placentare, interrompe bruscamente l’afflusso di sangue al neonato. Ne può conseguire un mal adattamento con sofferenza ipossica di vari distretti.

Viceversa un clampaggio ritardato del cordone permette un maggior trasferimento di sangue placentare al bambino con conseguente miglior stabilità emodinamica, un adattamento alla vita extrauterina più adeguato, un aumento dell’emoglobina e riduzione del rischio di anemizzazione.

I benefici di tale procedura sono ancora di più nel neonato pretermine: riduzione del rischio di emorragia intraventricolare, enterocolite necrotizzante, mortalità e miglioramento dell’outcome neurocognitivo.

«Da anni la mission del nostro Centro è sostenere le famiglie – spiegano ancora medici e infermieri del Dipartimento Materno Infantile – sia quelle in cui il momento nascita è stato fisiologico sia quelle in cui non lo è stato. Riteniamo utile avere a disposizione nelle nostre sale parto questa isoletta per la rianimazione neonatale. Ci consente di assistere e eventualmente accompagnare/rianimare il nascituro già al piano perineale, a cordone intatto, vicino alla mamma. Tale isoletta fornisce immediatamente calore al neonato, elemento cruciale negli step di rianimazione; è dotata di un aspiratore, quindi se necessario permette di liberare le prime vie aeree per facilitare l’avvio del respiro; è dotata di un ventilatore che può essere utilizzato per fornire pressione positiva di fine espirazione (CPAP) o, nei casi più critici, per iniziare una vera e propria ventilazione in maschera.»

«Uno strumento di questo tipo – proseguono – offre la possibilità di essere rianimatori veloci ed efficaci a cordone intatto che, come già accennato, favorisce una buona riuscita della rianimazione ma non solo non allontana il piccolo paziente dalla sua mamma e dal suo papà anzitempo. Inoltre, tale strumento ci offre la possibilità di restituire prontamente e in sicurezza il piccolo ai propri genitori nei casi in cui siano state necessarie poche manovre da parte nostra. Infatti, una volta terminato il nostro intervento il neonato verrà posto sulla pancia della mamma per il contatto pelle a pelle. In tal modo anche l’avvio dell’allattamento potrà avvenire nei tempi e nei modi migliori per quella diade. In caso in cui, invece, sia necessaria da parte nostra una rianimazione più completa e il piccolo dovesse necessitare di assistenza in terapia intensiva avremo avuto modo di rispettare la fisiologia della transizione feto-neonatale e di far vedere il piccolo ai propri genitori, riducendo la preoccupazione e creando un’iniziale alleanza terapeutica. Un ringraziamento particolare va all’associazione “Amici della Neonatologia” fondata dal dott. Antonio Marra, ex primario della Pediatria del Santa Croce. La sicurezza delle mamme e dei neonati sono una delle priorità della nostra azienda sanitaria – ha detto il Direttore generale Angelo Michele Pescarmona -. Essendo, quello della nascita un momento di estrema delicatezza e che comporta moltissime dinamiche e interazioni, dare sicurezza alle mamme in questo momento è di fondamentale importanza.»

Miriam Milani

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