Il CrossFit è pericoloso? Facciamo chiarezza una volta per tutte

Se ne è già parlato molto online, ma torniamo a farlo, perché nonostante il passare degli anni il tema continua ad essere molto discusso nelle palestre, sui social e sui forum, dove interrogativi leciti e pareri medico-scientifici più o meno fondati si intrecciano creando sempre più confusione: il CrossFit è un metodo di allenamento efficace oppure uno sport pericoloso?

Cosa dicono i dati scientifici

Partiamo dai dati: in uno studio del 2013 intitolato “The nature and prevalance of injury during CrossFit training” pubblicato sul Journal of Strenght and Conditioning Research, si stimava un tasso di infortuni nel CrossFit pari a 3,1 ogni 1.000 ore di allenamento, un dato in linea con quello delle discipline ginniche, del sollevamento pesi olimpionico e del power-lifting, e nettamente inferiore a quello di sport da contatto come il rugby.

In una successiva ricerca intitolata “Injury Rate and Patterns Among CrossFit Athletes” pubblicata sull’Orthopaedic Journal of Sports Medicine nel 2014, veniva confermata un’incidenza complessiva degli infortuni subiti nel CrossFit – includendo anche quelli minori, come stati infiammatori passeggeri e piccoli urti – pari ad 1 atleta su 5, in sostanza, la stessa osservata nel running.

Entrambi gli studi, infine, sottolineavano la ridottissima casistica di infortuni gravi, la totale assenza di casi di rabdomiolisi (che ancora oggi alcuni blog continuano a paventare in modo assai allarmistico tra i rischi del CrossFit) e soprattutto, il dato che più ci interessa sottolineare: il numero delle lesioni riportate dalle persone coinvolte nello studio calava drasticamente nei soggetti seguiti da un coach preparato.

CrossFit e salute: da dove nascono le paure?

Lo affermiamo senza paura di essere smentiti: il CrossFit non è uno sport pericoloso.

Indipendentemente dai numeri degli studi scientifici, qualunque tipo di attività fisica, dalla sala pesi alle partite di calcetto, presenta i suoi inconvenienti ed il suo rischio di infortuni, specie quando gli allenamenti o le gare vengono prese sottogamba, ignorando ad esempio l’importanza di un buon riscaldamento, di una fase di attivazione articolare e di allungamento e defaticamento al termine del lavoro.

E allora perché in alcuni ambienti il CrossFit viene ancora demonizzato e visto come un’attività tutt’altro che salutare?

Chi non ha mai sperimentato un WOD o seguito una classe di CrossFit continua a farsi spaventare dall’alta intensità degli allenamenti e dall’idea che alcuni esercizi siano “troppo estremi”.
Come i crossfitter sanno bene, invece, chiunque può avvicinarsi a questa disciplina, indipendentemente dall’età e dal livello di preparazione atletica: ogni circuito di allenamento può essere adattato alle capacità del singolo, scegliendo pesi adeguati, riducendo il numero dei giri o delle ripetizioni oppure optando per varianti più semplici degli esercizi con grado di complessità maggiore.

L’obiettivo, nel CrossFit, non è quello di ottenere prestazioni da campione o un fisico statuario nel giro di qualche mese, ma quello di lavorare allo sviluppo di nuove abilità, correggere l’esecuzione dei movimenti basilari, incrementare la resistenza aerobica, potenziare la muscolatura e nel complesso, ottenere un corpo più forte, reattivo e funzionale.

In quest’ottica, ogni sessione di allenamento include una fase dedicata al lavoro sulla tecnica di esecuzione degli esercizi, con l’obiettivo di sviluppare movimenti sempre più fluidi, precisi e – guarda caso – sicuri.

L’abbigliamento e gli accessori nel CrossFit

“Per praticare il CrossFit in modo sicuro servono troppe attrezzature”.

Ecco un altro mito da sfatare. Parallelamente al boom del CrossFit, le linee di abbigliamento e di prodotti sportivi dedicate al CrossFit sono cresciute a dismisura, incontrando senza dubbio il favore di chi non vuole rinunciare allo stile nemmeno quando si allena.
Accessori come paracalli o collant e leggins sportivi possono aumentare il comfort durante gli allenamenti, è vero, ma per praticare il CrossFit non occorre né un abbigliamento tecnico particolare né alcuna attrezzatura all’infuori di quelle messe a disposizione dal box.

L’unico elemento che può giocare un ruolo positivo nella corretta esecuzione dei movimenti e, di conseguenza, nel diminuire il rischio di infortuni, è rappresentato dalle calzature: gli esercizi con bilanciere, manubri e kettlebell sono favoriti da una buona stabilizzazione del piede, mentre i movimenti dinamici, come box jump, burpee e double under, richiedono una buona mobilità e reattività.
Abbiamo già parlato dei vantaggi della calzature da CrossFit e di come i modelli proposti da brand quali Reebok e Nike rappresentino la soluzione più indicata per chi si dedica a questa disciplina a livello amatoriale. Per chi volesse approfondire, segnaliamo anche questa interessante guida alla scelta delle scarpe da CrossFit.

No, il CrossFit non è una moda pericolosa

È vero, il CrossFit sconta in parte le conseguenze di un marketing che ha voluto lanciare la disciplina come “programma di allenamento in stile militare” o come “segreto delle star per mantenersi in forma”.
Tuttavia, al di là dei luoghi comuni, chiunque abbia frequentato un box CrossFit può confermare che, sì, durante le lezioni i coach esigono concentrazione, rispetto delle regole e impegno, ma, di contro, la dinamicità degli esercizi, la varietà delle tipologie di allenamento proposte e il sodalizio che inevitabilmente si crea all’interno del gruppo rendono i WOD qualcosa di molto diverso da una semplice seduta di training in palestra.

Il ruolo chiave dei coach

Non ci stancheremo mai di dirlo: un box CrossFit non vale l’altro.
Con questo affermazione non intendiamo puntare il dito contro nessuno, ma è evidente che la preparazione, l’attenzione e la passione con cui i coach curano i programmi di allenamento e impostano le proprie classi non potrà mai essere ovunque la stessa: come in molti altri casi, sta al singolo esercitare il suo spirito critico e chiedersi “mi sento sufficientemente seguito?”, “l’esecuzione degli esercizi viene illustrata in modo chiaro o troppo viene lasciato al caso?”.

Di contro, una lezione di CrossFit ben impostata si trasforma in qualcosa di molto simile ad una sessione di personal training: il coach del box si occupa di seguirvi, di correggere i vostri errori e valutare i vostri miglioramenti, spronandovi a dare il massimo, ma sempre nel rispetto dei vostri tempi e delle vostre attitudini.

Il CrossFit agonistico

Un ultimo appunto che ci sentiamo di fare riguarda infine il mondo del CrossFit agonistico, ovvero quello relativo alle sempre più numerose competizioni nazionali ed internazionali dedicate alla disciplina, fino ad arrivare ai prestigiosi CrossFit Games.

Come in qualunque altro sport, esistono differenze macroscopiche tra l’atleta amatoriale e quello agonista, che riguardano non solo il tipo di preparazione e di programmi di allenamento seguiti, ma anche particolari caratteristiche fisiche e metaboliche che, per l’appunto, definiscono l’atleta professionista.

Giudicare il CrossFit guardando ai durissimi WOD affrontati dagli atleti nel corso dei CrossFit Games sarebbe come – perdonateci il parallelo – etichettare una qualunque gara olimpionica come “esagerata” e “potenzialmente pericolosa per la salute degli atleti”.

Il nostro consiglio per avvicinarsi al CrossFit e vivere questa straordinaria disciplina in modo sano e sicuro?
Scegliete con attenzione il vostro box CrossFit, senza fermarvi alla valutazione della struttura e dei costi, ma parlando con i coach ed esprimendo tutti i vostri dubbi: chi ama davvero questa disciplina sarà sempre felice di rispondere alle vostre domande, di consigliarvi e di aiutarvi a scoprire un modo diverso – a voi giudicare se migliore o peggiore – di vivere il rapporto con lo sport.

Vi lasciamo con le suggestive immagini di un box CrossFit di Roma che ha scelto di offrire ai suoi frequentatori un’esperienza sportiva a tutto tondo, unendo ai classici WOD al chiuso, anche quelli circondati dal verde del pineta ed in piscina.

redazione

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