Da gennaio 2024, la provincia di Cuneo è la prima in Italia a sperimentare un progetto pilota, finanziato dai fondi del PNRR, volto a garantire maggiore autonomia agli anziani non autosufficienti, in particolare nelle aree montane e rurali. L’iniziativa, sulla linea d’intervento 1.1.2 del PNRR, è guidata dal Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese, in collaborazione con vari partner territoriali, tra cui il Consorzio Monviso Solidale e altre realtà locali.
Due équipe multidisciplinari operano attivamente nelle zone del fossanese, saviglianese e saluzzese, seguendo 40 anziani già segnalati ai servizi sociali, 20 nel fossanese e nel saviglianese, 20 nel saluzzese e nelle vallate adiacenti.. L’obiettivo principale è permettere loro di continuare a vivere nelle proprie abitazioni, nonostante le difficoltà legate alla scarsa autosufficienza.
Il progetto, che si concluderà nel marzo 2026, rappresenta un modello innovativo di assistenza sociale, fondamentale per sostenere le comunità locali e migliorare la qualità della vita degli anziani.
Il commento di Anna Bergese, operatrice in forza alla cooperativa Proposta 80
«Un case manager fa visita con cadenza settimanale alle donne e agli uomini coinvolti nel progetto», dichiara Anna Bergese, operatrice in forza alla cooperativa Proposta 80 e community manager.
«Queste stesse persone vengono inoltre fornite di una serie di dispositivi elettronici utili a semplificarne la quotidianità; tecnologie assistive di facile uso capaci però di fare davvero la differenza, perché grazie a esse il soggetto può non solo connettersi via tablet o smart TV con chi si trova fisicamente in un altro luogo (operatrici e operatori) e quindi curare la propria socialità ed evitare per quanto possibile i momenti di solitudine, ma può anche usufruire di un continuo monitoraggio dei propri parametri fisiologici proprio grazie alla migliore tecnologia oggi disponibile sul mercato».
«Ne è un esempio il Digital Care Protector, uno speciale orologio che, indossato dalla persona, ne tiene sotto controllo il battito cardiaco, la pressione arteriosa, la saturazione del sangue e la temperatura corporea, inviando un segnale d’allarme al care giver del progetto o direttamente al personale medico e paramedico in caso di anomalie riscontrate nei valori registrati. È tuttavia importante ricordare anche il kit di domotica messo a disposizione di quelle stesse persone, composto da sensori ‘porta’, ‘fumo’, ‘monossido’, ‘acqua’, ‘presenza’ e ‘movimento’. Sono attrezzature di ultima generazione che vengono installate nelle abitazioni e che, grazie alla loro concessione in comodato d’uso, contribuiscono a generare un indispensabile quanto salutare senso di tranquillità e di sicurezza negli individui interessati».