Ospedale San Lorenzo, Saitta incontrerà il sindaco di Carmagnola

CARMAGNOLA – Durante il Consiglio Regionale che si è tenuto ieri, mercoledì 10 settembre, l’assessore alla sanità Antonio Saitta ha toccato anche la questione dell’ospedale San Lorenzo di Carmagnola. L’Assessore afferma che il destino del presidio «deve essere affrontato all’interno di un quadro complessivo, che è quello della revisione della rete ospedaliera del Piemonte e dell’applicazione del Patto per la salute che indica per ogni specialità ospedaliera precisi parametri e bacini di utenza». Saitta ha poi confermato che, sulla questione, nei prossimi giorni incontrerà il sindaco di Carmagnola Silvia Testa e il Comitato per la difesa dell’ospedale San Lorenzo: «Spiegherò, come sto facendo in tanti altri centri del Piemonte, che la rete ospedaliera sarà ridisegnata applicando i tagli ai posti letto e soprattutto ai primariati senza privilegiare gli amici degli amici, ma solo rispettando l’impianto nazionale. Terremo conto delle specificità geografiche del Piemonte, del fatto che la nostra regione ha una popolazione più anziana del resto dell’Italia, non faremo i ragionieri. Faremo scelte trasparenti,  compatibili con la difesa della salute e con la necessità di riportare il Piemonte fuori dal piano di rientro dal debito».

L’assessore Saitta ha inoltre spiegato: «Stiamo lavorando alla riorganizzazione della rete ospedaliera e tra poche settimane sarà pronta una bozza. Non esiste ancora una proposta completa e non esiste un elenco di presidi ospedalieri da chiudere o da salvare: esiste in me e nei tecnici dell’assessorato – a partire dal direttore generale – la certezza di compiere scelte non discrezionali, non suggerite dalla politica, non improvvisate, ma in linea con i criteri nazionali».

Sempre in tema di sanità, il Consiglio Regionale, affrontando l’emergenza legata al virus ebola, ha individuato gli otto presidi ospedalieri di riferimento nella nostra regione qualora si presentasse un caso a basso rischio: si tratta degli ospedali dotati di reparti di malattie infettive Regina Margherita di Torino (per i casi pediatrici del proprio bacino), Amedeo di Savoia di Torino e gli ospedali di Novara, Vercelli, Cuneo, Alessandria, Asti e Casale Monferrato. Nella presenza di un caso sospetto si attiverà il sistema di emergenza regionale e il paziente verrà preso in carico dall’Ospedale Spallanzani di Roma.

La probabilità di importazione di casi di ebola in Italia ed in particolare qui in Piemonte, ha spiegato l’assessore regionale Antonio Saitta, è bassissima: i piani attivati in via precauzionale dall’assessorato vogliono innanzitutto minimizzare il rischio di intasamento dei servizi di emergenza da parte di false segnalazioni.

 

redazione

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