Dal 2018 Slow Medicine nelle strutture dell’Asl TO5

Dal 2018 Slow Medicine nelle strutture dell’Asl TO5

Un nuovo tassello per una sempre maggiore umanizzazione delle strutture sanitarie e del rapporto operatore-paziente

 Una medicina sobria, rispettosa e giusta che sa ascoltare i bisogni del paziente e risponde appropriatamente a tutti i cittadini. E’ quello che intende fare Slow Medicine,  una rete di professionisti e di cittadini che a fine 2012, ha lanciato in Italia il progetto “Fare di più non significa fare meglio – Choosing Wisely Italy”, in analogia al progetto Choosing Wisely (CW) avviato negli USA, nello stesso anno.

“Il progetto – spiega Roberto Frediani, direttore della Struttura di medicina di Chieri e promotore dell’iniziativa a cui aderirà a partire dal 2018 l’Asl TO5 – si propone di ridurre l’utilizzo di esami e trattamenti inutili e di favorire il dialogo tra professionisti sanitari e pazienti. A questo fine le Società scientifiche e le Associazioni professionali individuano alcune procedure diagnostiche o terapeutiche che secondo le migliori conoscenze scientifiche non apportano benefici significativi alla maggior parte dei pazienti ai quali sono prescritti, ma possono, al contrario, esporli a inutili rischi. A partire da queste procedure i professionisti si impegnano a migliorare il dialogo con pazienti e i cittadini, allo scopo di informarli e aiutarli a decidere in modo autonomo e consapevole”.

A marzo 2017 hanno aderito al progetto 42 società professionali di medici, farmacisti, infermieri e fisioterapisti e sono state pubblicate 39 liste di esami e trattamenti a rischio di inappropriatezza, per un totale di 205 raccomandazioni.

“Il progetto è stato lanciato nel corso di un convegno che si è tenuto lo scorso 9 novembre a Chieri – prosegue il dr. Frediani – e al quale hanno preso parte, oltre a moltissimi operatori di tutti i reparti, anche rappresentanti di Associazioni di volontariato e Tutela, studenti e semplici cittadini”.

Convinto che la Slow Medicine possa rappresentare un tassello di una sempre maggiore umanizzazione nelle strutture sanitarie dell’Asl TO5 unito a un più collaborativo rapporto tra operatori sanitari e pazienti è il Direttore generale dell’azienda sanitaria territoriale Massimo Uberti: “Questo progetto aumenta il nostro impegno nei confronti dei pazienti e dei cittadini per una sanità sempre più disponibile ad ascoltare le necessità dei cittadini”.

Breve storia del progetto “Ospedali e Territori Slow”

In alcuni ospedali, tra cui quelli di Cuneo, Arezzo, Città della salute di Torino e Locarno, molti professionisti hanno iniziato a interrogarsi sugli effetti dannosi per la salute dovuti alla prescrizione di esami e trattamenti inutili e hanno elaborato liste di raccomandazioni connesse alle loro specifiche realtà. A Torino, sullo stesso tema, è stata avviata una sperimentazione territoriale denominata “Scegliamo con cura”, che ha coinvolto i medici di medicina generale e i cittadini. Analoghe esperienze sono maturate in differenti contesti organizzativi, tra cui gli ospedali di Aosta, Arezzo, Bergamo, Cosenza, Cuneo, Locarno, Padova e Torino. La Regione Sardegna, inoltre, ha stipulato uno specifico accordo di collaborazione con Slow Medicine.

Finalità

Tutti coloro che lavorano nelle istituzioni sanitarie (amministratori, professionisti, infermieri e operatori di ogni ruolo e livello operativo) devono adoperarsi per assicurare nel loro contesto operativo alti standard di qualità e sicurezza delle cure, curare la comunicazione con i pazienti e i loro familiari, realizzare un ambiente fisico accogliente e confortevole e accertarsi che l’organizzazione delle cure sia commisurata alle effettive esigenze dei pazienti. Questi ultimi devono essere trattati con rispetto e dignità, ricevere conforto, essere informati e aiutati nelle decisioni che riguardano la loro salute, avendo particolare attenzione per le persone più fragili e più bisognose di assistenza.

È con queste finalità che nasce il progetto “Ospedali e Territori Slow” da cui ci si può attendere, un miglioramento della qualità e della sicurezza delle cure, una maggior attenzione ai bisogni dei pazienti e, non ultimo, un utilizzo più appropriato ed equo delle risorse disponibili.

Il progetto si basa sull’assunzione di responsabilità dei medici e dei professionisti sanitari e sulla disponibilità delle direzioni aziendali a promuovere e mettere in atto le azioni organizzative e di supporto necessarie alla realizzazione e alla valutazione del progetto, anche attraverso l’adozione di specifiche iniziative di formazione del personale e di informazione dei cittadini e dei pazienti.

In particolare, si punta a ridurre le procedure inutili, ridondanti e a rischio d’inappropriatezza e garantire a tutti quelli che ne hanno bisogno le prestazioni (sottoutilizzate), di dimostrata efficacia; inoltre migliorare la comunicazione e la relazione tra professionisti e pazienti, aderendo, ad esempio, alla campagna “Buongiornoiosono” promossa da Slow Medicine; coinvolgere pazienti e cittadini nei confronti delle scelte relative alla loro salute; mettere in atto iniziative che pongono l’attenzione dell’organizzazione e degli ambienti sui bisogni della persona: orari, ristorazione, comfort, sicurezza, rumori, privacy, accoglienza, orientamento, terapie intensive aperte, spazi di supporto per le associazioni.

 

La rete “Ospedali e Territori Slow” supporta le aziende ospedaliere e sanitarie che aderiscono formalmente al progetto attraverso: la condivisione degli strumenti metodologici e del materiale operativo elaborati dalle diverse Aziende e l’organizzazione di iniziative comuni nei confronti dei professionisti, dei pazienti e dei cittadini; la formazione di specifici gruppi di lavoro interaziendali e il riconoscimento delle best practices su temi d’interesse comune; il confronto interaziendale dei risultati ottenuti sulla base di indicatori condivisi di processo e di esito, mettendo in luce gli aspetti che favoriscono o sono di ostacolo all’implementazione del progetto

redazione

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