Tra i forconi a Vigone manifestano padroncini e operai
Padroncini e operai si sono radunato oggi, mercoledì 12 dicembre, a Vigone bloccando l’accesso al paese ai camion; difficile da Pancalieri raggiungere il pinerolese. «Siamo qui perché siamo torturati dallo Stato con una pressione fiscale troppo alta. Vogliamo dare un segnale e far capire che non ce la facciamo più; vogliamo lavorare nella legalità con uno Stato che ci consenta di farlo».Sono persone provenienti da Villafranca, Vigone, Buriasco e Virle P.te: «Far lavorare il camion mi costa mille euro al giorno, ma io non li prendo quei soldi, come posso fare?» lamenta un giovane, a cui fa eco un uomo di 55 anni che sottolinea il problema delle tasse troppo alte: «E’ lo stato il ladro, non chi lavora: mi ha rubato tutto quello che avevo messo da parte per il futuro!».
I padroncini lavorano dalle 5 del mattino fino alle 8 di sera «ma non riusciamo a portare a casa nemmeno mille euro al mese per far mangiare la famiglia e non abbiamo più i soldi per mettere gasolio nei mezzi».
Altro problema sottolineato dai manifestanti, i cosiddetti forconi, sono i ritardati pagamenti da parte dello Stato: un impresario edile lamenta di non riuscire a ricevere i pagamenti su lavori già conclusi e su cui ha anticipato i soldi per pagare il materiale «ma paradossalmente lo Stato pretende che noi paghiamo ugualmente le tasse anche su quanto non ci ha pagato!».
Blocchi alle strade sono stati riscontrati anche a Carmagnola, dove non si è tenuto il tradizionale mercato settimanale del mercoledì e dove gli studenti hanno scioperato e sono scesi in strada. Sempre a Carmagnola, sembra che ieri alcuni commercianti siano stati minacciati con il tentativo di far chiudere le serrande dei negozi. I forconi hanno però affermato di dissociarsi da quegli episodi in quanto, affermano, la loro è una manifestazione civile.
Disordini oggi anche a Pinerolo, dove è nata una contro-manifestazione da parte del gruppo del PD e dell’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) locale per «respingere con fermezza iniziative illegali messe in atto».
Con un comunicato stampa l’ANPI ha commentato i fatti di questi giorni: «Nessuno può negare il profondo malessere presente in tutte le forze sociali medio-basse. Non escludendo le categorie dei commercianti e degli ambulanti tartassati dalle tasse e colpiti nei loro redditi dalla crisi che ha ridotto drasticamente i consumi delle famiglie. Più che legittimo quindi il loro diritto di esprimere nel rispetto della legalità il loro malessere per scuotere l’inerzia dell’attuale Governo.
La giornata di protesta è stata però promossa dal fantomatico “Comitato per la rivoluzione” che sin dalla fase preparatoria ha assunto attraverso messaggi largamente diffusi via Facebook un carattere chiaramente eversivo».