A cura della dottoressa Silvia Senestro
Questo articolo è dedicato alle mie pazienti intorno alla cinquantina, sposate e madri di famiglia; ormai siete quasi un clan e tante volte ho promesso un articolo per voi: eccolo qui.
Siete (siamo) state giovani negli anni 90; non tanto belle come Eva Herzigova ma carucce, non tanto rock come Courtney Love ma birichine, non tanto grunge come i 4 Non Blondes ma con le amiche in jeans strappati e dreadlocks facevate la vostra figura.
Eravate divertenti, simpatiche e spensierate; avevate amici e sapevate come divertirvi. Detto fra noi, si fumava e si beveva parecchio: ecco da dove veniva la spensieratezza.
Immaginando il futuro, pensavate ai risvolti più disparati ma di una cosa eravate certe: niente e nessuno avrebbe potuto portarvi via il vostro carattere, la vostra personalità. Io sono io e resterò io. Magari con le rughe, magari più stanca, magari più di corsa, ma sempre io.
E poi cosa è successo? È successa la vita. Oggi avete figli che hanno la vostra età di allora o quasi. Siete cresciute, certo, e crescendo si cambia. Ma siete cambiate in un modo che non vi piace, brutto.
Siete preoccupate, noiose, caute, prudenti. Siete ingrigite dentro. I pesi e le responsabilità si sono portate via il colore. Siete sole anche se in compagnia. Pensate alle malattie e alle disgrazie. Vostro marito tarda 10 minuti dal lavoro e subito temete che abbia avuto un infarto o un incidente stradale. Poi arriva, manco vi saluta e vi crucciate che non se lo sia preso davvero, un infarto.
Le vostre battute non fanno ridere. I figli alzano gli occhi al cielo pieni di mestizia e commiserazione di fronte ai vostri scherzi da prete. Altro che Courtney Love, vi guardano come se foste Don Camillo. Boomer. Anzi no, Boomer lo eravate dieci anni fa. Adesso siete Cougar.
I figli improvvisano una festa e voi pensate solo a quando ci sarà da ripulire la cucina. Quasi quasi era meglio se continuavano a guardare TikTok sul divano. Vi chiedono di far da mangiare per gli amici in arrivo e poi di sparire perché non siete divertenti e si vergognano di voi.
Siete quelle che dicono i no, che impongono le regole, che vedono e prevedono i problemi e le difficoltà. Siete le distruttrici del divertimento.
Doveri, urgenze, commissioni, responsabilità, sfighe. Come si fa a star leggeri? A ridere? A mandare tutti a quel paese, rifugiarsi in camera e mettersi le cuffie a palla come a vent’anni? Ah già, quelle cuffie non esistono più, gli affari di oggi non sapreste nemmeno come accenderli. Non siete tecnologiche, anche per questo vi prendono per i fondelli. “Sei rimasta”, ti dicono.
“Sei sempre arrabbiata”, “mi critichi sempre”, “sei insoddisfatta”,” “hai perso la solarità” vi rimprovera invece vostro marito. Ci restate male, lui pensa che siate troppo permalose e invece ne soffrite.
Lui pure si è ammosciato, ma non al 100% come voi perché lavora e stop. Voi invece lavorate e avete il carico fisico e mentale della casa e della famiglia e questo vi ha completamente prosciugate.
Siete state giovani spose e poi mamme in anni in cui il concetto di parità di genere era ancora, di fatto, un bozzolo. Avete lavorato come muli e vi siete fatte carico da sole di casa e famiglia.
Così andava il mondo e anno dopo anno vi siete perse la gioia, lo smalto ed il senso dell’umorismo. Avvertite la sensazione di una fregatura, di essere rimaste incastrate in un meccanismo subdolo e graduale.
“Lascia che se la cavino un po’ da soli”, “ritagliati del tempo per te”, “imponi dei limiti”, “impara a dire qualche no”: l’avete letto nelle rubriche dei consigli o ve l’ha detto la psicologa. Ci avete provato, siete andate in piscina in pausa pranzo invece di mangiare e mentre nuotavate a rana vi sentivate in colpa per i vetri da pulire a casa. Che poi se non li pulite voi non è che li pulisca alcun altro. Finirete col lavarli sabato o domenica maledicendo la psicologa.
La vostra casa potrebbe diventare il tugurio del Grande Fratello e nessuno se ne accorgerebbe. Camminerebbero sui cartoni delle pizze da asporto, sui borsoni da calcio e forse persino sui cadaveri senza dire beh.
Ebbene, questa volta, proprio perché vi rispetto e sono un po’ una di voi, non concluderò l’articolo con dei facili consigli ma solo con un abbraccio virtuale. Gli altri non lo vedono ma noi siamo ancora i 4 Non Blondes inside. Quasi quasi mi faccio crescere i dreads.