Una ricostruzione della straordinaria stagione artistica promossa da Domenico Della Rovere e dalla sua famiglia in Piemonte e in altre regioni: la ripercorre la mostra che inaugura sabato 19 marzo nel castello di Vinovo, patrocinata dalla Regione Piemonte, dalla Città Metropolitana di Torino, dalla Città di Torino e dall’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento.

Il cardinale Domenico Della Rovere, esponente di spicco di una potente famiglia aristocratica di Vinovo, è una delle figure più importanti a testimonianza della stagione post medioevale, in cui l’Italia guidò il rifiorire dell’arte, della letteratura, della scienza e della filosofia. Il Castello dei Della Rovere, una delle realizzazioni più significative nel panorama artistico del Quattrocento piemontese, è quindi il protagonista assoluto della mostra curata dallo storico Ilario Manfredini, visitabile fino a domenica 12 giugno.
Il percorso della mostra
Nelle stanze del castello si possono ammirare miniature, pitture, documenti e riproduzioni provenienti da vari musei e biblioteche, che segnano con una puntuale ricostruzione scientifica e filologica la visita agli ambienti del complesso architettonico di Vinovo.
Nella Sala del Fregio gli argomenti della visita sono il rinnovamento delle arti, la miniatura e la preziosa raccolta libraria conservata nel castello dopo la morte del Cardinale.

Nella Sala degli Stucchi e dei Medaglioni si può andare alla scoperta della pittura rinascimentale in Piemonte.
Nell’ambiente di Carlo VIII sono rievocate le figure di Domenico Della Rovere, Carlo VIII di Francia e Carlo II di Savoia.
Nel Salone d’Onore del lato nord si trovano documenti e disegni che contribuiscono a ripercorrere le varie fasi costruttive dell’edificio.

Nel chiostro si può ammirare il cortile cesareo del castello. Infine si osservano i modelli della speciale tecnica realizzativa conosciuta come “grottesca” in ambito vinovese.
La mostra si conclude nella chiesa parrocchiale dove si può ammirare il complesso scultoreo tardo quattrocentesco del “Compianto”, opera realizzata per il perduto convento del Tivoletto.
Il percorso è adatto anche alle persone con ridotta capacità motoria.
Il nobile vinovese mecenate tra Vinovo, Roma e Torino
Nato a Vinovo nel 1442, Domenico Della Rovere si trasferì a Roma nel 1465 seguendo l’esempio del fratello Cristoforo, protonotario apostolico. Il nobile vinovese avviò la sua carriera ecclesiastica sotto la protezione del cardinale Francesco Della Rovere, che sarebbe salito al soglio pontificio con il nome di Sisto IV. I prestigiosi, impegnativi e remunerativi incarichi presso la Curia romana consentirono a Domenico Della Rovere di consolidare la sua posizione, sia a Roma che in Piemonte, soprattutto dopo la morte del fratello nel 1478.
Le fortune economiche e la carriera ecclesiastica del nobile vinovese ebbero importanti riverberi culturali e artistici a Vinovo e in tutti i luoghi in cui Domenico Della Rovere mise in campo il suo mecenatismo. Divenuto cardinale nel 1478, Domenico Della Rovere diventò vescovo di Torino nell’anno successivo, consolidando il suo ruolo di promotore e sostenitore degli artisti e dei letterati più qualificati presenti a Roma alla fine del XV secolo.
Fu lui a chiamare il Pinturicchio e le sue maestranze ad affrescare tra il 1485 e il 1490 la villa che possedeva in Borgo Vecchio, ora via della Conciliazione, ma anche la cappella funeraria in Santa Maria del Popolo, dove fu collocato il sepolcro del fratello Cristoforo. Si deve a Domenico Della Rovere la costruzione del nuovo Duomo di Torino, realizzata nell’ultimo decennio del Quattrocento su progetto di Meo del Caprina.
La trasformazione del castello di Vinovo
La sua predilezione per i canoni estetici rinascimentali trova rappresentazione anche nel castello di famiglia a Vinovo, che per suo impulso fu oggetto di una radicale trasformazione negli stessi anni in cui si realizzava il Duomo del capoluogo subalpino. L’obsoleta struttura difensiva medievale venne trasformata per suo volere in una sontuosa residenza rinascimentale.
Nel XVI secolo il prestigio e il potere dei Della Rovere in Piemonte proseguirono con Giovanni Ludovico, vescovo di Torino dal 1501 al 1510, e con Giovanni Francesco, arcivescovo subalpino fino al 1515.