L’associazione Amici dell’Abbazia di Casanova Odv, con il Vicepresidente Enrico Tachis, grazie a meticolose ricerche documentali svolte anche all’archivio di Stato di Roma, ha approfondito gli aspetti storici dello sviluppo socio-economico e delle importanti innovazioni agricole realizzate dall’O.N.C. (Opera Nazionale per i Combattenti) che ancora caratterizzano questo territorio, fortemente vocato alla produzione agricola e all’allevamento.
Le ricerche sono state presentate in incontri periodici svoltisi dallo scorso maggio, focalizzati sulla storia e sugli scopi dell’O.N.C., dall’acquisto della tenuta e del frazionamento all’assegnazione dei vari lotti. Gli incontri sono stati importanti anche per raccogliere testimonianze e ricordi degli abitanti delle cascine coinvolte. Gli appuntamenti proseguiranno a settembre.
I frutti delle ricerche saranno ufficialmente presentati ed esposti nella mostra “Casanova e le cascine dell’O.N.C.” sabato 4 e domenica 5 ottobre, dalle 15 alle 18, nella piazza di Casanova. L’obiettivo è quello di conservare e rendere fruibile tutto il materiale in un prossimo museo. Con il materiale raccolto l’associazione intende ricordare la seconda grande “rivoluzione” di questo territorio, importante quanto la prima, quando nel XII secolo, tra boschi e paludi, un abate con i suoi dodici monaci arrivarono a fondare la nuova abbazia, la nuova casa, Casanova.
La storia di Casanova
La frazione di Casanova viene principalmente identificata con l’Abbazia Cistercense che, con i suoi quasi novecento anni di storia, ha fortemente influenzato la vita e la conformazione del suo territorio. Sebbene la chiesa di S. Maria Assunta, dopo che fu soppresso il Convento nel 1792 e divenne parrocchia, non subì variazioni di sorta, il monastero abbaziale con l’intera tenuta passò al re Vittorio Amedeo III. Dopo alterne gestioni e cambi di proprietà, nel 1920 l’Opera Nazionale per i Combattenti (O.N.C.) acquistò dal Regio Economato l’intera tenuta di Casanova. A quel tempo era composta da quindici fabbricati tra cascine e grange per una superficie totale di 2800 ettari. Iniziò così un grande stravolgimento territoriale e non solo.
L’Opera Nazionale per i Combattenti (O.N.C.)
L’Ente era nato con lo scopo di reinserire nella società gli ex combattenti, reduci dalla prima guerra mondiale, dando loro supporto sotto ogni aspetto. L’O.N.C. investì a Casanova grandi finanziamenti per la ristrutturazione dei vecchi fabbricati ormai fatiscenti. Suddivise l’intero latifondo in appezzamenti di 30/35 ettari costruendo nuove cascine al centro di ognuno di essi. Queste cascine furono nominate come i luoghi in cui si svolsero drammatiche battaglie durante la Prima Guerra Mondiale: Piave, Isonzo, Cadore, Sabotino, Trento.
Grandi migliorie furono apportate al territorio. Nuove strade, impianti di estrazione e distribuzione dell’acqua per rendere irrigabile l’intera tenuta, un granaio pubblico, una nuova scuola, una segheria, un’officina meccanica. Furono sviluppati nuovi sistemi di coltivazione come il pioppo, il gelso con il relativo allevamento del baco da seta, lo sviluppo della concimazione, della coltivazione del frumento.
Dal 1925 le nuove cascine furono vendute tramite asta riservata unicamente ai coltivatori diretti ex combattenti. In pochi anni furono ben 109 i nuovi proprietari agricoli, cambiando radicalmente la struttura agronomica e sociale del luogo.










