Non trovo la Chiave del Segreto

A cura della dottoressa Silvia Senestro

Nel 2006 e nel 2007 sono stati pubblicati due libri di grande successo intitolati The Secret (ad opera di Rhonda Byrne) e The Key (di Joseph Vitale).

Byrne e Vitale sono due guru dell’auto-aiuto e nelle loro opere, in sintesi, promettono di rivelare la cosiddetta “legge di attrazione”, secondo la quale ogni essere umano può agire come un magnete in grado di attirare a sè tutte le situazioni e le cose materiali che pensa con sufficiente intensità.

Secondo i due autori, le cose che desideriamo (amore, denaro, successo, gratificazioni) sarebbero lì alla nostra portata; per ottenerle basterebbe allontanare i pensieri negativi e “pensarle” nel modo giusto, non struggendosi dal desiderio, bensì visualizzandole con il cuore pieno di gioia e di gratitudine come se le avessimo già ottenute.

I concetti espressi nei due testi sono già di per sè parecchio semplificati e banali, trattandosi di materiale destinato al grande pubblico. Avendo poi in effetti riscosso un enorme successo commerciale, sono stati interpretati dagli innumerevoli lettori in chiave ulteriormente dozzinale e spicciola.

La diffusione di queste idee ha prodotto, in quegli anni, un immenso popolo di speranzosi ed entusiasti convinti che bastasse pensare con ottimismo a qualcosa di bello per vederselo realizzato, come succede al papero Gastone che si accorge di aver dimenticato il portafogli a casa, esclama “perbacco!” e subito ne trova uno per strada bello pieno.

Le idee alla base della legge di attrazione (che si vantano di trovare i loro fondamenti nella Fisica Quantistica ma che invece verranno totalmente disconfermate se mai avrete occasione di parlarne con un fisico vero) si sono diffuse a macchia d’olio in tutto il mondo traducendosi in una frenesia collettiva volta a pensare positivo, ad allontanare la negatività, tagliare i rami secchi, vivere senza pensieri brutti, purificare l’anima, il cuore, gli occhi, la testa, il respiro e tutti gli organi in generale.

Una ventata purificatrice ha invaso l’intera umanità in cerca di cose belle, peraltro in anni di grave crisi economica e sociale in cui rimanere positivi costava ben più di uno sforzo. Non di rado questo delirio ottimista si è tradotto in deresponsabilizzazione (“è brutto, è difficile, è seccante quindi non me ne occupo”) ed in forme di creduloneria francamente ridicole. Tutto il mondo andava a ramengo, le aziende chiudevano, le famiglie erano sul lastrico, i lavoratori se ne stavano in cassa integrazione cosi avevano più tempo per leggere i libri e per ripetersi Hakuna Matata nella testa.

Come prevedibile, nel giro di una decina d’anni è sopraggiunta la seconda ondata: pensa positivo finchè vuoi, ma questa legge di attrazione non funzionava. I discepoli dei guru continuavano a divorziare, a litigare con la suocera, a cadere dalla bici, a non vincere al Superenalotto e a non trovare per terra nemmeno un cinque euro stropicciato. Eppure i libri li avevano letti bene, sottolineando i passaggi fondamentali e mettendo in pratica ogni riga!

Alla frustrazione è poi subentrato il senso di colpa. “Non mi accadono cose belle perchè non riesco a pensarle nel modo giusto. Non penso positivo perchè sono negativo. Sono io che non funziono quindi attirerò solo sfiga”. Le vendite dei due libri calarono, accompagnandosi ad un aumento sensibile delle prescrizioni di antidepressivi.

I due guru sostenevano anche che il pensiero gioioso di milioni di singoli avrebbe generato felicità e fortuna non solo a livello individuale, ma collettivo, perchè miliardi di energie positive simultanee portano ad una gioia gigante, mondiale. Più Pilu per tutti, insomma. Ne abbiamo infatti avuto la riprova nel 2019, quando il pensiero gioioso adottato da orde di gente contemporaneamente è esploso come un fungo atomico sotto firma di Covid.

Il segreto della felicità, dunque, non esiste. A volte si tratta di piccoli attimi di dimenticanza, come diceva Totò; in molti casi è il risultato di impegno e costanza, come nel film “La ricerca della felicità”. Qualche volta per essere felici bisogna comportarsi in modo intelligente, altre volte ci riescono meglio gli stupidi. Quello che non dovrebbe accadere mai è di perdere le chiavi e dare per scontato di averle in tasca.

redazione

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